05/01/15

Chiudono Chiese

 
 

Dall’articolo dell’agenzia di stampa ADN-Kronos ‘Record di chiese dismesse in Olanda, al loro posto supermercati e piste di skate’:

“Sono sempre più le chiese che chiudono nel Nord Europa, trasformandosi in palestre, supermercati, o addirittura scuole di circo e sale attrezzate per lo skateboard. (…) la gerarchia cattolica stima di dover dismettere due terzi delle proprie 1600 chiese nel prossimo decennio, mentre 700 chiese protestanti che dovranno essere chiuse nei prossimi quattro anni. In Danimarca sono 200 le chiese che non servono più, mentre in Germania ne sono state chiuse 515 negli ultimi dieci anni. In Inghilterra se ne chiudono 20 l'anno, tanto che la Chiesa d'Inghilterra, così come quella di Scozia hanno sul proprio sito una sezione per la vendita delle chiese sconsacrate. (…) Non si tratta solo di fede, ma anche di conservazione della memoria storica e familiare delle persone. Sono chiese sulle piazze di città e villaggi, dove la gente si battezzava, si sposava e veniva ricordata al funerale, così che la loro chiusura turba anche molti non credenti. (…) Ad Arhhein, in Olanda, la grande chiesa di San Giuseppe, che un tempo accoglieva fino a mille fedeli, si è trasformata in una sala attrezzata per i patiti dello skateboard. La chiesa di Saint Paul a Bristol è diventata una scuola di circo, mentre a Edimburgo una chiesa luterana ospita un bar sul tema di Frankenstein. Altre chiese in Olanda sono diventate supermercati, palestre, negozi di abbigliamento, librerie e o fiorai.”

Spesso è dalle aridissime enumerazioni degli istituti di statistica o dalle notizie liminali come questa sopra che è possibile farsi un’idea di dove stia andando il vecchio continente. Le chiese vuote si vedono anche da noi in Italia assieme al calo dei matrimoni ‘sacri’ ed alle assunzioni di sacramenti in generale. Non è certo per darne un giudizio negativo o positivo, eppure sono dati che fanno riflettere.

Come diceva Woody Allen: ‘tra il Papa e l’aria condizionata…beh…preferisco l’aria condizionata!’. Potrebbe sembrare solo una battuta ed invece cela la definitiva abdicazione alla tecnologia per la risoluzione dei nostri problemi spirituali. Siamo passati in poche decine di anni dalla vendita delle indulgenze alla vendita degli I-Phone ed è stata una vera rivoluzione impossibile da contenere. Un cambiamento di mentalità vertiginoso.
 
Un cambiamento di prospettiva esistenziale davvero ponderoso.

Alcune istanze legate al mondo spirituale ed esistenziale sono state intercettate dalla produzione industriale. Se dovessimo immaginare un ‘trend’ di questo passaggio di consegne epocale (già segnalato abilmente da Stanley Kubrick nel suo ‘2001 Odissea nello Spazio’) potremmo descrivere il mondo prossimo venturo come una distesa grigia di corrispondenze automatiche azione-reazione / causa-effetto, ove l'enigma finale, quello della morte, lascia il campo alla presunta durabilità delle estensioni tecnologiche tanto che sono già in commercio dei risponditori per facebook post-mortem, per protrarre la parte più in voga dell’oggi: la nostra effimera impronta sociale, sacrificata al demone oscuro del narcisismo e diluita dal diritto/dovere del conformismo.

La strada per la nostra integrazione e successiva sostituzione con apparati tecnologici è quindi già segnata. Le protesi saranno talmente intrusive da apparire predominanti: un futuro da Cyborg ci attende? Nessuno rammenta che solo pochi decenni orsono era la salvezza dell’anima l’argomentazione più pressante delle vite dei nostri diretti antenati? Erano tutti poveri ingenui oppure ben conoscevano qualcosa di cui si è persa oggi la memoria?
 

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