24/12/15

Pubblicità e Neorealismo



‘La Pubblicità è Neorealismo Contemporaneo’

C’è un aspetto ancora più pernicioso della comunicazione di massa stessa: la pubblicità. La pubblicità, un tempo, era scandita e separata dalla programmazione mentre oggi assistiamo ad un continuum indistinto: si scivola da un telefilm in uno spot senza che nessuno (o quasi) se ne accorga. La continuità è evidente, ove tutto ormai è mera programmazione mentale e degli eventi, la pubblicità spicca per il suo luminoso realismo.

La pubblicità è il vero ‘reality show’ mentre tutto il resto è paradossale finzione. La pubblicità infatti ci narra dei desideri inconfessabili delle masse, profondi, vertiginosi e cupi ma soprattutto veri. Tutto il resto scivola invece nell'immaginazione, nella pianificazione artificiale, nella seduzione.

Il possesso e l’invidia sono le linee guida ed i peccati dei pubblicitari, inseriti all’interno di una cornice sociale perbenista e mediocremente normalizzata, ove si dipanano turpi ammiccamenti e bassissimi desideri. Davvero, una fedele rappresentazione della realtà, che giunge laddove i programmi sedicenti d’inchiesta non riescono ad arrivare.
 

E’ ovviamente indecente osservare una casalinga sorridente lustrarsi i denti oppure indossare lieta un assorbente, è ignobile dover porre la nostra attenzione ad un maschio orgoglioso che impugna (con sorriso ebetoide d'ordinanza) il volante della sua estensione fallica (un’automobile, ossia, una prigione portatile di latta)...

... è estenuante doversi sorbire una sedicente normalità fatta invero di consuetudini schiaviste e reiterazioni gestuali date per scontate, deboli reazioni immorali ed assurde spacciate per ovvie e consuete.

Un’umanità ingabbiata in quattro o cinque categorie di acquirenti. Un’umanità degradata a divoratori di materia. Purtroppo (o per fortuna?), sarà la pubblicità a passare alla Storia, non certo ‘Report’.
 

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