30/07/16

Auschwitz ... e Plaza de Mayo?


Il Vescovo di origine argentina della Chiesa di Babilonia, Josè Maria Bergoglio, si è recato in visita propagandistica ad uso mediatico nel campo di concentramento di Auschwitz, uno dei santuari dell’unica religione obbligatoria rimasta, quella della memoria dell’olocausto, così come correttamente definita da Maurizio Blondet.


Vorrei sapere se con altrettanta melensa contrizione si è recato a Plaza de Mayo a Buenos Aires a dare testimonianza ed a riflettere  su quello che è stato il peggior crimine contro l’umanità della Storia di sempre: la tragedia dei desaparecidos.


Decine di migliaia di ragazzi e ragazze, poco più che maggiorenni, venivano rapiti, torturati ed uccisi barbaramente dalle milizie del regime argentino per futili motivi. Un paese che decimava la sua popolazione adolescente, un crimine senza senso, orrendo, barbarico.

Ciò avveniva mentre Bergoglio officiava da gesuita proprio in quel paese, proprio in quei tempi orribili.

27/07/16

Confraternita Babilonese


Ormai, il mondo del potere corre su di un binario parallelo a quello della realtà. E’ come se occupasse una dimensione fittizia, con regole separate, gestita da un codice proprio, simile a quello reale. Questa matrix dell’ufficialità è totalmente autoreferenziale. A ciò sono dovuti, ad esempio, gli stipendi stratosferici dei vertici della televisione di regime nostrana. Questa dimensione del potere ha infatti una sua finanza, una sua giustizia, i suoi araldi e servitori.

Una specie di confraternita babilonese che da millenni impera, indifferente agli apparenti cambi di regime, ai nomi dei popoli e degli stati che cambiano. E’ sempre uguale a se stessa: piramidale, antidemocratica, autocelebrante. Oggi dispone di potenti altoparlanti che diffondono nell’etere la sommessa potenza posticcia del suo agire terreno: i suoi media.


Questa dimensione si muove a scatti, con fare robotico. Organizza eventi posticci (i cosiddetti attentati terroristici), guerre e guerriglie, crack finanziari, epurazioni selettive, in poche parole si scrive da sola la sua Storia, scandisce lo scorrere del tempo, imponendo usi e costumi surreali ai popoli che sovrasta.

Il suo volto sono gli esangui corpi dei leader politici, i suoi muscoli le forze militari, le sue linfe i denari che crea e controlla, le risorse che estrae e manipola. Al di fuori della dimensione del potere babilonese c’è l’umanità. Una moltitudine di anime incarnate e semiaddormentate che si scambiano però scoperte sorprendenti sulla propria natura, sull’ambiente, su quella matrix ferale ed algida che li controlla e gestisce da sempre.

Quella moltitudine è ancora poco consapevole della sua potenza e delle sue capacità creative. Non si è ancora resa conto del potere reale che le dona la sua immaginazione. Mantenere i popoli in uno stato prono e reattivo è infatti l’imperativo della confraternita, il mezzo ed il fine grazie al quale osserva e comanda da millenni.

Questo è il motivo per cui sono i popoli più potenzialmente ricchi e consapevoli i più colpiti. Osservare, comunicare, collegare fatti a persone, simboli ad eventi, questo il nostro ruolo in questa fase delicata del risveglio dell’umanità che, per quanto debolissimo e lentissimo, esiste davvero.

22/07/16

Cose Turche? (aggiornato)



Si grida alla svolta autoritaria nella Turchia di Erdogan ma la situazione in Italia è davvero così diversa?

Interessanti ed inquietanti i casi recenti della Turchia, il paese dove i militari sono i garanti della laicità e della pluralità, al contrario di ciò che accade nel resto del mondo. Sembra ormai chiaro a tutti che il cosiddetto ‘fallito golpe’ sia stato inscenato per procedere all’epurazione selettiva messa in atto dal governo Erdogan. Lo scenario mediterraneo sembrerebbe così al completo.

Un grande paese NATO islamico senza opposizione, una superpotenza giudaica (anch’essa senza opposizione) assieme ad un nugolo di paesi smembrati, sfiniti, annichiliti da guerre intestine, carestie indotte, crisi finanziarie illecitamente generate. In questi poveri paesi, guarda caso, sono stati dapprima eliminati (ad uno ad uno) i leader troppo caratterizzati e nazionalistici, come Berlusconi in Italia, Mubarak in Egitto e Gheddafi in Libia.

Sopra tutto incombono sempre i sistemi d’arma statunitensi, con i loro apparati mortali di scie chimiche e radioonde. Benvenuti nel nuovo ordine mediterraneo: un desolante insieme di nefandezze, idiozie, dittature e povertà diffusa, in una cornice perenne di occasioni perdute e ruberie varie, Italia ben compresa, ovviamente.

MUSTAFA KEMAL ATATURK, padre della Patria turca

Tutto ciò è propedeutico ad un assetto ulteriormente illibertario prossimo venturo? Ad una nuova crociata demenziale, acclamata a seguito dell'ennesimo evento sanguinario posticcio? Probabilmente, si auspica un nuovo ordine mediterraneo, una nuova distribuzione di risorse e centri di potere. Date le premesse, si potrebbe parlare di ordine massonico internazionale perché alla testa dei paesi rivieraschi si stanno susseguendo i padrini delle massonerie, benvisti nei noti circoli mondialisti, oscuri e disumani.

L’Italia perduta, in grandissimo affanno (forse fatale) osserva attonita la sua svendita, al peggior offerente, dei suoi beni inestimabili (naturali, tecnologici e storici) per pochi spicci. Per adesso c’è andata pure bene, siamo solo alla frutta economica, con poco sangue versato.

Non illudiamoci troppo però: che differenza sostanziale c’è tra le epurazioni violente di Erdogan e le raccomandazioni nostrane? Con la nostra corruzione e concussione? Con le oscene parentopoli, con le attività perenni e perniciose di logge, loggette e cosche varie? 

Temo di dovermi rispondere da solo: nessuna.

12/07/16

La Ballata di Rienzi (aggiornato)


Parabola dell’abuso di Potere

Il nostro beneamato 'premier' deve la fortuna della sua sorprendente carriera politica all'assonanza del suo cognome con il titolo (ed il contenuto) di quest'opera wagneriana? 

Rienzi, l’ultimo dei tribuni è la terza opera di Richard Wagner e tratta della vicenda storica di Cola di Rienzo, il notaio papalino del Trecento che tentò di restaurare in città la repubblica sul modello dell’antica Roma, facendosi nominare Tribuno della plebe.

Imponente dramma in cinque atti, Rienzi rispecchia lo stile del Grand-Opéra francese, dominante allora nei teatri di tutta Europa. In quest’opera però le peculiarità di tale stile sono volutamente esasperate da Wagner in ogni aspetto, come dichiara egli stesso: «Il Grand-Opéra con tutta la sua pompa musicale e scenica, la sua passionalità ricca di effetti e operante con masse musicali, stava di fronte a me e la mia ambizione artistica mi spingeva non solamente ad imitarla, ma addirittura a superarne tutte le passate manifestazioni con un dispendio illimitato di energie.» In effetti il ventisettenne Wagner riuscì a portare davvero all’estremo ogni aspetto del Rienzi, tanto che alla prima rappresentazione a Dresda l’intero dramma, inclusi gli intervalli, arrivò alla durata record di sei ore.

L’idea dell’opera gli era venuta nel 1836 con la lettura del romanzo di Edward Bulwer-Lytton 'Rienzi, the last of the Roman Tribunes', a cui seguì l’anno seguente la stesura del libretto e finalmente, nell’agosto del 1838, l’inizio della partitura. La prima rappresentazione del Rienzi fu al Teatro di Corte Reale il 20 ottobre dello stesso anno con un successo immenso: Wagner, da totalmente sconosciuto compositore in continua difficoltà economica, passò ad essere eletto Kapellmeister del teatro di Dresda, potendosi finalmente stabilire nella capitale sassone.

Rienzi rappresenta il primo grande successo del compositore tedesco, un successo che non si ripeterà più fino a oltre un decennio dopo, visto che i primi grandi drammi nel suo stile del tutto innovativo e mai visto prima furono del tutto incompresi e per molto tempo non accettati dai pubblici europei.

Il manoscritto del Rienzi era nelle mani di Hitler (fervente ammiratore dell’opera) e di conseguenza andò perso nei bombardamenti del 1945. Non esiste quindi un’edizione di riferimento e molte sono le versioni possibili, con incisioni su CD che vanno da due a quasi quattro ore. Con i suoi 150 minuti la messa in scena del Rienzi nel 2010 alla Deutsche Oper di Berlino è una versione drasticamente condensata e distribuita in due atti dal regista e scenografo Philipp Stölzl che qui utilizza in larga misura il mezzo filmico (mezzo di propaganda favorito dai totalitarismi del XX secolo) nello stile dei cinegiornali dell’Istituto Luce italiano o dei documentari di Leni Riefenstahl. 

(post tratto da 'L'Opera in Casa' - immagine di freeskies)

10/07/16

Le Aurore Irreali di Giove


La NASA (National Agency of Space Actors) continua a produrre immagini del cosmo frutto di fantasia e fotocomposizioni digitali. L’inganno è talmente evidente e palese che ci possiamo intravvedere una sorta di sfida diretta all’intelligenza del genere umano. Ormai dai sistemi di potere mondiali (occulti o palesi che siano) riceviamo una serie di informazioni riguardanti il cosmo, la Terra (e noi stessi) fuorvianti, false e tendenziose. Ciò che ci viene sciorinato dinnanzi è uno scenario posticcio e sterile che delinea interazioni impossibili in un crescendo tautologico di meccanicismi irreali.


La verità occorre cercarla, come sempre, in ambiti liminali, al di fuori dalla portata della disinformazione organizzata del regime unico imperante. Buon lavoro.