03/11/16

Verso Quale Dimensione


fragmenta - E’ un gesto inevitabile che tutti adottiamo nell’arco della giornata, ma osservare le persone curve su quelle tavolette fluorescenti che sono i tablet mi rinnova sempre una sensazione di leggero disagio, che si acuisce quand’è usato per giocarci. Particolarmente nei videogiochi l’attenzione è miserevolmente sacrificata al nulla più estremo, le mani sembrano afflitte da un’eccentrica minorazione, la postura è ingobbita senza guadagno d’arricchimento interiore; questa è davvero una perfetta forma di lobotomia volontaria a prescindere dal tempo che ci si perde sopra.

Il cosiddetto “progresso” è uno sfuggente campo di alacre sterminio i cui confini sono estesi alla stessa circonferenza del globo. La parola “crescita” è il  mantra che agglutina le masse umane, scardinandole da ogni equilibrio sano e corrispondente all’idea stessa di umanità, sulla quale, in ultima analisi, vediamo trionfare una subdola opera di persuasione subliminale che annichilisce la psiche.

L’attenzione della massa è “monocola”, la massa per sua composizione non può essere attenta, è come una sorta di ciclope elettrochimicamente sedato. L'attenzione dalla massa modernamente compresa è pari ad un faro spento orientato nel cuore di una notte propriamente cosmica, (Kali-yuga) dove nel singolo è quasi del tutto assente la cognizione di cosa sta diventando o chi vorrebbe realmente essere, avendo delegato ai cosiddetti “specialisti” il delicato compito di “riformare” l’esistenza.

In questo dominio della sola tecnica e ragione l’uomo diventa una sorta di insulsa “appendice nervosa”, virtualmente saldata ad un arido sistema digitalizzato che lo regola, controlla, normalizza, decifra all’interno di una “nuova realtà” che, di fatto, è irrimediabilmente contaminata e profondamente spenta in se stessa: è questa e non altro l’essenza del celebrato “progresso”: un dissimulato dominio puramente satanico.

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