10/02/18

Collasso dei Sistemi e Salvezza dell'Anima


Il quadro complessivo che emerge dalle sedute di ipnosi eterica condotte da alcuni validissimi ricercatori indipendenti è al contempo coerente e convincente. Una struttura complessa di controllo e sfruttamento dell’energia connaturata all’essere umano è in atto. Tanti sono i soggetti che ne beneficiano, tutti caratterizzati da carenze, mancanze, menomazioni. Tali soggetti sono possessori di tecnologie incredibilmente avanzate ma assai poveri in spirito e privi di emozioni ed energie.

Le emozioni umane sono proprio il loro cibo più desiderato, soprattutto quelle a bassa frequenza come odio, disperazione, rabbia. Essi attingono con i mezzi più disparati all’enorme ammontare energetico prodotto dalle sollecitazioni esterne verso gli esseri umani, giungendo sino a creare eventi artificiali pur di godere dell'energia sprigionata da un’emozione di massa. Pensiamo ad esempio ai fatti dell’11 Settembre ed al ritorno, in termini energetici, che tali esseri abbiano potuto ottenere.


Un enorme conflitto cosmico è in corso. Il sistema di sfruttamento e controllo è gerarchizzato e ben ramificato. Ogni mezzo è utilizzato pur di attingere all’energia umana. Ogni premio materiale è elargito a chi svolge il ruolo di kapò tra gli umani (e sono tantissimi!).

Ciò premesso, occorrerebbe uscire dai sistemi (tutti i sistemi) e rifugiarsi nel silenzio, alla riscoperta di noi stessi, del nostro peculiare ruolo in questa fase della battaglia eterna che ha le sembianze di uno scontro finale. Il pianeta Terra è al collasso, non certo per le manipolazioni umane ma per l’azione malevola delle forze predatrici. 

Tutto è sotto pressione, i predatori sono in allarme e alcuni esseri umani sono in risveglio. Possiamo agevolmente notare come i sistemi, tutti i sistemi, stiano agendo in modo palesemente disumano per cercare di arginare un qual risveglio delle coscienze che, malgrado tutto e i molti, sta avvenendo. 

consiglio caldamente la visita ai seguenti canali youtube:

10 commenti:

  1. Il problema più grande è che solo una piccola percentuale dell'umanità può potenzialmente risvegliarsi. Dagli studi del prof. Malanga è emerso infatti che la maggior parte dell'umanità non è anima. Questo spiega perchè ci siamo ridotti a vivere in quest'inferno. Penso spesso che se si potessero riunire tutte le anime attualmente esistenti sulla terra forse la loro energia "consapevole" potrebbe scardinare la trappola in cui viviamo.

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  2. E' vero che solo una piccola percentuale di anime è risvegliata. Anche mettendole tutte nel mucchio, giammai sarebbero in grado di fare la differenza.
    Ci vuole il suo tempo, proprio perché siamo a diversi gradi di consapevolezza. Malanga dice diverse cose giuste. Ma per quanto riguarda i non animici si sbaglia, non esistono, per il semplice fatto che tutti abbiamo un'anima, seppur latente. Tramite le continue incarnazioni che danno adito al giuoco "infernale"(e illusorio), si alimenta la tensione della nostra dinamo animica.
    La monade è una trinità, mente-anima e spirito. L'anima all'inizio è un controllore da remoto. Resta principalmente sul suo piano(causale), lavora con mente e spirito il quale è sempre presente, come anche Malanga asserisce.
    Le forze predatrici che per opportunismo sono duali, nella loro finzione di oscurità contro la (falsa)luce, ci ostacolano appositamente per derubarci della nostra energia animica. Uscirne si può e si deve. E' necessario riconoscere questo grosso inganno perpetrato dal demiurgo corrotto per poter accedere in seguito alla fonte primigenea.

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  3. non posso immaginare un commento di giovanni ranella volgare o estremamente banale, come mai non è possibile leggerlo?

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  4. Il precedente pieno di sviste l'ho cancellato e lo ricarico...scusate ma il tema e' preminente...Sono daccordissimo Ancor. Rendersi conto della sovrana finzione in cui da tempo immemore ci dibattiamo di per se' costituisce gia' una sorta di conquista ma poi potersene svincolare e' davvero arduo. Per esempio la stessa pratica dello yoga, benche' efficace ad una centratura emotiva della persona, forse...dico forse...non si rivelerebbe tanto appropriata allo svincolamento effettivo dell'individuo...oppure si...ma non credo possa farlo la pratica odierna piu' valevole come calmante psichico che ad altro e lo stesso vale per qualsiasi altro metodo ginnico olistico. Condurremmo davvero un percorso sopra un campo etericamente minato, fitto di trappole emotive e insospettate paludi sentimentali, per le quali anche aspirare a rendersi un cuore di pietra nell'esigenza di rendersi inattacabili, oppure, al contrario, la medesima aspirazione nel voler realizzare una compassione universale, queste due circostanze non costituirebbero il motivo preminente della nostra effettiva liberazione, la quale, in definitiva, coincide unicamente con la liberazione da cio' che si e' o che si ritiene di essere. L'estinzione di se' senza se e senza ma perseguita non sotto l'ombra di un'ala nichilista perche' altrimenti - questo e' fuor di dubbio - anche se declinato al nero, si tratterebbe in ogni caso di piccolo amor proprio e una volta dissolto l'involucro fisico la griglia sovrasensibile dell'attrazione arcontica eserciterebbe una fenomenale presa sulla nostra quanto mai smarrita identita' eterica. Tutto cio' e' contemplato dalle grandi scuole sapienziali dell'antichita' ed ora sta riemergendo in forma maggiormente sintetica - intendo dire attraverso testimonianze asciutte, benche' evocative sostanzialmente vuote di poesia - e va bene cosi'. Tutto sembrebbe un assurdo universale, ma sentiamo che e' cosi'. E'un'immagine notoriamente usata nelle dottrine misteriche quella di detergere lo specchio del cuore, insistervi talmente tanto affinche' possa essere ripulito da ogni opacita' e distorsione, ma, alla fine, forse, l'obiettivo ultimo sarebbe quello di renderlo totalmente diafano, arrivando ad eliminare ogni possibile riflesso. Spesso diciamo volendo intendere una coscienza rischiarata che questa arriva a riflettersi nel Cosmo, ma in fondo anche quest'ideale non significherebbe nient'altro che arrivare a riflettere i motivi eminenti della nostra prigionia ancestrale. La superficie va mondata di ogni tensione propriamente impura, ma, al dunque, occorrerebbe situarsi oltre ogni possibile riflesso. Rendersi trasparenti anche alla nostra stessa attenzione. Realizzare il cosiddetto Corpo di Gloria sicuramente e' l'unico compito dell'uomo decaduto nella dimensione presente, ma questa e'una circostanza indicibile e qualsiasi prefigurazione intellettiva potremmo realizzare in merito a cio' costituirebbe il pretesto dell'inevitabile distorsione egoica. L'ego e' un vortice potentissimo e variamente cangiante, non e' solo 'basso' ma predisposto per interagire anche con piani non comunemente dati della realta'. Le coeve dimensioni invisibili sarebbero la sua prima dimora e proprio in quei rarefatti domini intenderebbe trascinarci, mantenendoci nel giro di una rotazione perpetua e allegoricamente diversificata lungo l'indefinito avvicendarsi delle Ere. Uno potrebbe davvero uscire di senno fissandosi troppo su di un pensiero simile. Non vi sarebbero risposte certe...

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    1. ...forse la disciplina Zen, forse la stessa Atarassia offerta dalla dottrina degli Stoici, costoro in questo, forse meglio di altri, avrebbero intuito il cuore del problema. Forse l'unica circostanza che una persona quaggiu' puo' realizzare e' il maggior ordine interiore possibile, rimanendo vuota di qualsiasi fantasmagoria o stessa aspettativa di vita (e' un'aspettativa tremenda). Realizzare cio' non come atto di rinuncia alla vita stessa, ma, forse...parrebbe un paradosso e magari lo e'...realizzare un'indefinita percezione d'inconsueta magnificazione interiore che ugualmente sia intimamente spenta di ogni ulteriore aspirazione alla cosiddetta realizzazione suprema. Quest'ultima e' la condizione elettiva fortemente rimarcata in tutti i testi mistici canonici, siano essi cristiani e non. Forse proprio in tsle aspirazione spirituale s'e' annidato il seme dell'inganno. Sarebbe un ipotesi, la percezione ormai e' che uno dovrebbe rendersi indifferente a se stesso, purtuttavia senza abbandonarsi in se stesso. A ogni modo, sicuramente, ricavare innanzitutto dentro se stessi una provata disciplina esistenziale sarebbe anche la prima circostanza da attuare e ineliminabile dall'azione stessa di svincolamento dalla morsa demiurgica. Un saluto

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    1. L'emotivita' e' sempre in agguato. Le emozioni sono parte dell'imbrigliamento animico. Senza emozioni diveniamo insettoidi o automi, travolti dalle emozioni e' come se ci buttassimo da soli nella padella del demiurgo. Ha ragione Ghigo...l'ironia sottile, l'autoironia..un garbato senso del grottesco..una sorta di cordiale vaghezza iniziatica affatto disincantata, profondamente empatica, ci renderebbe invisibili alle attenzioni fameliche degli arconti

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  6. E se fossimo solo una variante di scimmie, evolute e dotate di linguaggio, e che grazie ad esso, si fanno solo tante inutili elucubrazioni mentali.

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  7. le parole ci hanno fregato, una volta ci fu un saggio che disse: la parola NON e' la cosa.......

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