28/04/18

Sulla Guerra Occulta - prosieguo


"Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fa produrre gli avvenimenti; un gruppo un po’ più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto". (Nicholas Murray Butler)

fragmenta - Viviamo nel tempo di un’eminente/imminente profezia, confusa al profondo ‘sonno verticale’ in cui è sprofondato l’uomo della presente età, letteralmente in balia delle forze dissolutive. L’uomo moderno è sospinto a forza multipla nelle regioni inferiori dello spirito, dimostrando di aggirarsi smarrito nelle sue stesse caligini, in cui sembra perennemente oscillare tra il letargo e l’allarme.

E’ nell’attuale deterioramento cognitivo che dovrà esaurirsi l’interezza del presente Ciclo. Qui ed ora, ad ogni singolo istante, l’invisibilità del nostro nucleo emozionale riveste l’insieme di quei significati, propriamente spirituali, che sono di preludio al ‘momento’ fatidico della decisione ultima dell’animo, della sua specifica facoltà determinativa riguardante gli esiti della sua lotta cosmica, che dimostra di culminare proprio di questi tempi, definiti appunto come ‘ultimi’ e dove, insospettabilmente, confluisce il significato (propriamente metastorico) di un intero ciclo di civiltà; la cui stima residuale converge nell’interiorità di ogni coscienza vigile.

Oggi, l’esigenza preminente dell’individuo dovrebbe consistere nella sua facoltà di pervenire a quelle ragioni (meno evidenti) che ne causano il declassamento vitale, diminuito a mero dato di statistica. Ciò conferisce all’esistenza un valore assolutamente marginale, un’equivalenza standardizzata – consumatore/cavia –  che, dall’istituzione degli stati moderni in poi, proditoriamente salda la persona alla sua nuova identità giuridica fittizia, appositamente congegnata per separarla irrimediabilmente dal suo autentico valore identitario.


Ormai, non si tratterebbe di credere o non credere alle più disparate teorie cosiddette ‘complottiste’, quanto, invece, di comprendere cosa accade dietro l’evidenza manifesta di questo nuovo riassetto sociale estremamente artefatto. Peraltro, il termine stesso ‘complottismo’ è una ‘definizione surrogato’ che le forze del sovvertimento mondiale hanno escogitato per delegittimare indagini non allineate alla versione ufficiale e, peraltro, possono agevolmente contraffarne le stesse tesi mediante apposite falsificazioni. Ciò fa parte di quel processo di contraffazione e ‘normalizzazione’ (svalutazione) di tutti quei significati reconditi, che da sempre si coniugano all’esercizio del potere e che attualmente sono riversati in massima parte nelle tecniche della ‘strategia di distrazione di massa’.

Le diverse teorie ‘complottiste’, alla fine, vengono metabolizzate dal sistema, che attrae nelle sue dinamiche le stime di critiche pienamente legittime al potere costituito, non prima d’averne snaturato le motivazioni originarie in occasioni di pretesti commerciali 'alternativi', divulgandone le argomentazioni sotto una luce completamente falsata, le cui ragioni solo in apparenza sembrano fondate ma che in realtà contengono un sostanziale principio di inautenticità, (per esempio nell'estrema semplificazione della complessa realtà dei fatti sociali e spirituali) che elimina ogni stima di credibilità dalle argomentazioni avanzate.

Le ragioni profonde della critica al potere, in ogni caso, sono destinate ad apparire sempre più distanti dalla sensibilità generale, questo perché la circostanza che rende coesa l’odierna società di massa non è nemmeno più istituita sul perseguimento di un comune interesse, fosse questo anche riferito ad un solo obiettivo materiale, quanto, piuttosto, il suo agglomeramento è unicamente garantito da una smisurata forma di assuefazione mimetizzata  che, qualunque sia il grado di benessere materiale ottenuto, rende gli individui succubi di consuetudini sostanzialmente impoverenti.

Le facoltà cognitive dell’uomo medio sono già pesantemente compromesse da decenni di accorte manipolazioni massmediatiche, la cui opera di condizionamento subliminale, nondimeno, è rafforzata da invincibili ‘sigilli’ semantici di comprovata potenza suggestiva e costituiti da parole quali: ‘crescita’, ‘ripresa’ ‘avanzamento’, ‘progresso’, ‘emancipazione’. Ugualmente, nel campo della demagogia mistica, vocaboli come ‘perdono’ ‘misericordia divina’, ‘stato di grazia’, costituiscono i segnali di attivazione di una suggestione deviante, che propaga la pseudo morale di cui da sempre si avvalgono le forze della dissoluzione, il cui reale obiettivo prevede l’annientamento dell’ingenita saldezza etica dell’uomo.


La dottrina fasulla di cui si avvalgono a differenti livelli, in definitiva, dovrà sempre insistere sull’idea melensa e indegnamente consolatoria del ‘perdono divino’ e della ‘misericordia celeste’. Convincimenti davvero infidi e solo apparentemente positivi, che nascondono sotto il manto della cosiddetta ‘provvidenza’ un’equivoca circostanza d’incondizionata sottomissione psichica, nonché, di paura superstiziosa che accelera il processo di caduta della coscienza; in tal modo continuamente raggirata da false lusinghe di salvezza. Le forze ‘sotterranee’ che presiedono al sovvertimento mondiale, sanno perfettamente quanto sia fondamentale annientare l’autentico elemento sovrannaturale nella natura umana, poiché l’unica aspirazione che intendono realizzare riguarda l’atavico desiderio d’incondizionato assoggettamento dell’animo.

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